Premetto che quanto state per leggere non è una paraculata banalina in difesa della, cosiddetta, "arte" così perché bisogna farlo, perché serve una motivazione (senza argomenti) per giustificare le proprie perdite di tempo, né tanto meno ha la funzione di creare un movimento internettiano (perché sappiamo già com'è andata a finire quella volta là): prendetelo come un ragionamento, sì è vero è tutto riconducibile ad una causa comune ma nessuno qui vuole fare il leader carismatico. Il punto chiave è smuovere le cose, perché siamo arrivati ad un punto in cui abbiamo gli strumenti ed i mezzi per dimostrare davvero qualcosa senza più ridurci a dare degli ignoranti a destra e a manca ma analizzando punto per punto le questioni, ponendo tutto in un contesto e introducendo dei concetti che per credenza comune, sia esterna che interna, sono solitamente lontani dal medium.
Partiamo con qualche cenno storico, perché per creare un contesto è sempre necessario saperlo collocare in un periodo citando tutti gli avvenimenti del caso: negli ultimi mesi fioccano, letteralmente, le lamentele del giornalismo (sia stampato che televisivo) nei confronti di "quel gioco per bambini dove vinci se investi qualcuno" (citazione che attribuirò tra qualche riga) meglio conosciuto come Grand Theft Auto V. Ci ha provato il Corriere, per poi riceve una seria ed intelligente risposta dal Corriere stesso; poi è stato il turno di Striscia, che tramite Laudadio tirò fuori un servizio lacunoso e ridondante pieno zeppo di errori grossolani ed evitabili ma che fanno audience facile nel target emozionato ed emozionabile a cui il programma si riferisce e infine c'è stato anche un articolo su La Repubblica che richiedeva interventi da parte del presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi contro tal videogioco, e anche qui ci sono stati sputtanamenti interni. Chi mancava all'appello?Ovviamente il massimo del generalismo, il non-plus ultra dell'informazione povera e spicciola, notizie semplici pensate da persone semplici per gente semplice: ovviamente sto parlando di Uno Mattina, e chi lo avrebbe mai detto dato che ho soltanto messo un'immagine gigante della Isoardi (ultimamente al centro del ciclone grazie alle sue particolari e assolutamente condivisibili frequentazioni) e di Franco di Mare a inizio paragrafo. Fin qui nessun problema, siamo ben abituati ad un livello non particolarmente elevato sia nei temi che nei modi con cui si fa informazione da quelle parti, quindi sì ci si indigna per cinque minuti ma la cosa finisce lì; esattamente come per gli altri articoli/servizi proposti precedentemente lasciano il tempo che trovano sia nella mente dello spettatore/lettore medio che nel ricchissimo palinsesto generalista, o nelle fornitissime edicole, italiano. Ma se a dire la citazione non attribuita di cui sopra fosse un'intellettuale di un livello discreto come Dacia Maraini?E se come contraltare per discutere contro i cattivoni della tv che sono ignoranti e dicono che i videogiochi sono "figli del Dimonio" chiamassero uno che con l'informazione e la cultura del videogioco ci azzecca come ci azzeccavo io con la matematica alle superiori?Beh, è presto detto, la cosa prende una piega pericolosissima.
Chi vi scrive, ve lo dico senza nessun problema, trovava rispettabile il lavoro di FaviJ: era una cosa che non mi interessava perché non facevo parte del suo target, lui non ha mai voluto far parte di nessuna polemica internettiana da due soldi (che lo riguardasse o meno), ed ha sempre avuto l'onestà di sapere di non aver successo per il tema (di cui credo pure lui si sia accorto non essere un esperto) ma per il modo in cui si pone (sia verso i videogiochi sia verso il suo pubblico, soprattutto verso il suo pubblico). Caso vuole che la notorietà, per chi avesse inavvertitamente chiuso gli occhi ogni volta che ha aperto la home di Youtube il Nostro è attualmente il videomaker con il maggior numero di iscritti tra quelli italiani, lo abbia spinto oltre ponendo sotto una luce che non solo non gli appartiene ma che ostacola tutta una serie di persone che ha studiato strenuamente il medium per farne un lavoro (nel video possiamo sentire Lorenzo, vero nome di FaviJ, intimorito dalla situazione, quasi bloccato e incapace di creare un'argomentazione seria è la cosa fa intuire che il ragazzo non sia stato minimamente introdotto alla questione né tanto meno alle cose, gravissime e facilmente confutabili, dette da Di Mare e dalla Maraini prima del suo intervento). È questo il problema fondamentale della questione: stiamo, tutti noi sì, legittimando e dando spazi a persone che sono inadeguate. Se l'opinione pubblica continua a vedere il videogioco come una cosa per bambini e non come un mezzo come un altro con i suoi differenti target possibili, con i suoi "generi", la colpa è anche nostra; non solo della televisione (o del giornale) ignorante gestito da persone avanti con gli anni. Noi, prima di loro, dobbiamo iniziare ad intendere il videogioco come quello che è; soltanto dopo possiamo permetterci di chiedere che gli venga riconosciuto il valore.
Per questo motivo mi sento di sposare la causa #favijnonmirappresenta e vi consiglio la visione di questo (dove viene fornita una intelligentissima riflessione sulla differenza tra intrattenimento ed informazione, che va sempre sorretta da uno studio e da una conoscenza approfondita e sincera del campo qualunque esso sia) video: perché spero che le cose possano cambiare sia come appassionato di videogiochi che come, spero, futuro giornalista di settore ma non che cambino soltanto da una parte. Se volete che il vostro passatempo sia riconosciuto, iniziate a riconoscerlo voi stessi, prima. Non mi sono soffermato di proposito in difesa di GTA o del videogioco in genere, perché non ce n'è bisogno; perché non servono discussioni infinite sul fatto che quello sia intrattenimento per adulti se quando il negoziante nega l'acquisto del nuovo videogioco violento al ragazzino il padre lo minaccia di sfasciargli il negozio per poi appellarsi alle autorità, o ai giornalisti, qualora scoprisse che forse il negoziante aveva ragione.
-Luca
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