Si, è vero, questa cosa degli aggiornamenti del blog inizia a sfuggirmi di mano. La verità, e questa volta non mi sbaglio per cui non serve che io scomodi il condizionale del titolo di questo sito, è che sono un procastinatore nato e mi viene troppo facile rimandare le cose.
Per ciò quale sarebbe la cosa più in linea con il tratto distintivo della perdita di tempo se non quello di aprire un nuovo angolo tematico invece di sviluppare quelli pre-esistenti? Niente, per questo apro una nuova rubrica. Si chiama "Diario di un (nuovo) abbonato Sky" ed è una serie di analisi, illogiche e sproloquianti, e pensieri, sconnessi e deliranti, che ho accumlato sdraiato sul divano in diverse ore della giornata durante la manciata di mesi da quando la mia famiglia ha firmato e successivamente attivato un abbonamento alla piattaforma satellitare Sky. In questa prima puntata vi parlerò un po' di tutta una serie di tratti comuni delle sceneggiature del vero fenomeno del palinsesto, non solo sul satellite: i reality show.
Per ciò quale sarebbe la cosa più in linea con il tratto distintivo della perdita di tempo se non quello di aprire un nuovo angolo tematico invece di sviluppare quelli pre-esistenti? Niente, per questo apro una nuova rubrica. Si chiama "Diario di un (nuovo) abbonato Sky" ed è una serie di analisi, illogiche e sproloquianti, e pensieri, sconnessi e deliranti, che ho accumlato sdraiato sul divano in diverse ore della giornata durante la manciata di mesi da quando la mia famiglia ha firmato e successivamente attivato un abbonamento alla piattaforma satellitare Sky. In questa prima puntata vi parlerò un po' di tutta una serie di tratti comuni delle sceneggiature del vero fenomeno del palinsesto, non solo sul satellite: i reality show.
Siano essi pre-registrati o in diretta, documentaristici o rappresentati una competizione la prima volta che ci si sintonizza sul canale principale di Sky, Sky Uno (e a fargli compagnia ci sono anche Fox Life e praticamente tutti i canali di documentari oltre che gli a me già conosciuti, arrivando da un passato a base di Digitale Terrestre, Real Time e DMAX di Discovery), si viene letteralmente invasi da questi prodotti che sorprendono prima di tutto per la cura estetica certosina e poi per la loro varietà. Ci si accorge, però, che piano piano vengono fuori tratti comuni; questi prodotti, infatti, seppur non sempre rassomiglianti per quanto riguarda temi o contenuti, sono praticamente sempre scritti e montati allo stesso modo.
Parte 1 - "It's all about the empathy"
Stando alla definizione fornita da una eminentissima fonte l'empatia, nella comunicazione, è la "capacità di coinvolgere emotivamente il fruitore con un messaggio in cui lo stesso è portato a immedesimarsi"; non serve che io spenda parole sulla valenza voyeuristica della televisione e di quanto questo genere di programmi rappresenti la quintessenza di questa tendenza perché mi pare che sia un argomento sufficientemente discusso, trattato e conosciuto da chiunque.
Viene da sé, quindi, il comprendere come i reality show scelgano deliberatamente di proporre situazioni normali, agevoli, che permettano allo spettatore di immedesimarsi anche se completamente estraneo al tema (e al suo target abituale) del programma. Situazioni settorialmente specifiche ma rese normali per gente normale con un pizzico di mode cavalcate (qualcuno ha detto "food"?) rappresentano gli ingredienti per la ricetta perfetta per raggiungere il successo in questo settore.
Tutto questo si traduce in lunghi focus riguardanti il contesto delle persone coinvolte durante una puntata, in maniera tale che lo spettatore riesca ad individuare specifici tipi psicologici di base (che quindi devono essere il più possibile generici e ridotti all'osso) ed eventualmente immedesimarcisi o, nel caso in cui non vi si riconosca, trarre il proprio giudizio nella maniera più rapida ma al contempo precisa possibile. Sembrerà un discorso banale, poiché come già detto in precedenza compreso, discusso e sviscerato da chiunque in qualunque occasione, ma è un punto di partenza essenziale per la comprensione integra di questi programmi perché senza questo preambolo ognuna delle cose che andrò a vedere successivamente non avrebbe un significato.
Parte 2 - Il confessionale asimmetrico
In funzione dell'empatia e del conoscere meglio i protagonisti di una trasmissione fino a qualche anno fa, quando proliferavano i reality esclusivamente in diretta (del tutto scomparsi ora e convertiti in ibridi che alternano fasi dal vivo ad altre pre-registrate), il contatto con l'intimità del singolo era fondamentale per il successo di una trasmissione. Con il passare degli anni e con il cambiamento delle abitudini dello spettatore medio e del formato stesso di questi programmi, però, anche il format più classico con cui stabilire il contatto di cui sopra, il confessionale, è andato a modificarsi: durante lo svolgersi della puntata, invece di avere intervalli in presa quasi diretta e senza montaggi in cui la persona commentava in semi-libertà gli avvenimenti, vengono inseriti spezzoni registrati in seguito, presumibilmente tutti insieme come ultima parte delle riprese, nei quali i concorrenti (o i protagonisti) commentano passo passo le loro gesta quasi come se fossero voci fuori campo.
In questo modo si stringe un patto empatico ancora più forte con il pubblico data la compresenza (nella messa in onda) tra confessione e atto.
Parte 3 - Sotto i riflettori
Questa parte può risultare, lo ammetto, meno funzionante delle altre, perché si basa fondamentalmente su uno spoiler auto-indotto dal sottoscritto: ho provato a guardare uno show, The Quest, sapendo già dalla prima puntata chi avrebbe vinto per testare quanto la scrittura e la narrazione della trasmissione (e in generale di questo genere) suggerissero la vittoria della persona che effettivamente raggiunge tale obiettivo. Ho notato, e non è un caso perché me ne sono accorto anche con altri programmi visti successivamente senza aver fatto quel processo di auto-induzione, che esistono fondamentalmente due metodi: quello dell'outsider, che viene posto sotto l'attenzione dello spettatore mano a mano grazie anche ad un'impresa particolarmente esaltante, e quello del fuoriclasse, che suggerisce allo spettatore fin da subito dell'alta probabilità di vittoria del soggetto.
Possiamo quindi dire che questi metodi permettano in linea di massima di capire chi potrebbe vincere un reality dalla prima puntata? No, non sempre, perché spesso vengono proposti (come mi è capitato di vedere nella seconda stagione di Top DJ) episodi utili a cancellare ogni possibile certezza di aver capito chi vincerà in chi guarda e per evitare, quindi, che egli capisca che se non tutto almeno parte dell'episodio che sta guardando è stato montato a cose già concluse da tempo, e quindi sottoposto alla sua attenzione qualche periodo dopo l'effettiva fine della competizione, ed in funzione di portarlo ad intuire chi abbia più possibilità di vittoria.
Parte 4 - Carrelata
Uno dei momenti sicuramente più seguiti, insieme alle finali, di questi programmi sono le audizioni o in generale tutti quei momenti preparatori che accompagnano lo spettatore verso la trasmissione vera e propria. Carrelate dal ritmo serratissimo che si rilassano in maniera, appratentemente, imprevedibile su alcuni concorrenti per mostrare le loro esibizioni. Siano esse positive, quindi atte a far pensare agli spettatori che quello specifico concorrente abbia possibilità di vittoria, o negative, che mettono alla berlina il concorrente e fanno ridere lo spettatore che renderà virale quella performance; la selezione di questi momenti di distensione nel ritmo sempre piuttosto concitato delle fasi preliminari di un programma è strettamente collegata a ciascuno dei punti visti in precedenza e va a concludere l'analisi della focalizzazione empatica della narrazione nei reality show contemporanei.
PS: So benissimo che quanto scritto qui non sia quanto di più leggero al mondo, soprattutto contando l'estrema leggerezza del tema, e che l'assenza di immagini appesantisca ulteriormente quanto da me scritto ma ho scelto di proposito di pormi in maniera più seriosa all'argomento, spero non vi dispiaccia.
-Luca