Sono passate diverse settimane, forse abbiamo anche superato il mese, da quando ho scritto l'ultimo post qui sul blog e mi sembra di aver fatto passare sufficiente tempo per poter scriverne un altro, introducendo un nuovo tema ai già parecchi che tratto qui.
Oltre che inserire un nuovo argomento ho intenzione di, contestualmente ad esso, creare uno spazio regolare; quasi come se fosse un format. Mi è venuto così in mente "Cronache Ludiche" serie di pensieri a ruota libera su giochi da tavolo che ho provato una volta sola e su cui mi va di spendere qualche parola. Protagonista di questa puntata è Pandemia (Pandemic in originale) di Matt Leacock, gioco cooperativo a tema medico per 2-4 giocatori edito da Zman e pubblicato in Italia da Asterion Press.
Oltre che inserire un nuovo argomento ho intenzione di, contestualmente ad esso, creare uno spazio regolare; quasi come se fosse un format. Mi è venuto così in mente "Cronache Ludiche" serie di pensieri a ruota libera su giochi da tavolo che ho provato una volta sola e su cui mi va di spendere qualche parola. Protagonista di questa puntata è Pandemia (Pandemic in originale) di Matt Leacock, gioco cooperativo a tema medico per 2-4 giocatori edito da Zman e pubblicato in Italia da Asterion Press.
Prima di iniziare ad analizzare il gioco nello specifico, con i suoi componenti e le sue regole, bisogna risolvere un quesito: come fa un gioco da tavolo ad essere cooperativo?Semplice; tutti i giocatori giocano "contro" il gioco e collaborano per raggiungere una vittoria comune che, se non venisse raggiunta, porterebbe alla sconfitta dell'intero gruppo. Il cardine di Pandemia, come di ogni gioco di questo genere, è quindi lavorare per il bene comune anzichè per il proprio in ordine di vincere tutti insieme.
Come anticipato poche righe fa il tema dietro all'opera di Leacock è di tipo medico: 4 epidemie stanno attaccando il pianeta e tocca ad una equipe di esperti (di ruoli differenti) salvare capra e cavoli girando il mondo e bonificando uno ad uno i focolai delle diverse malattie. Non mi dilungherò oltre a parlare del regolamento del gioco (anche perché è facilmente recuperabile online) quanto piuttosto preferisco parlare delle sensazioni che l'esperienza che ho avuto su questo titolo mi ha donato. Ma prima diamo uno sguardo rapido ai componenti forniti nella versione base del gioco: i segnalini (che siano fiala, malattia o focolaio), il bottone Livello di Contaminazione, le carte e le pedine sono tutti di buonissima fattura e contribuiscono a dare senso al tema, entro ovvi limiti. Il tabellone, infine, è quanto di più essenziale si potrebbe volere da un gioco simile e funziona proprio per la sua cristallina semplicità.
Visto così, per quanto grazie a giochi come Plauge Inc. (che sostanzialmente ribalta il concept di Pandemia, mettendo nelle mani del giocatore la malattia anziché la cura) possa essere familiare anche ai giocatori più occasionale, Pandemia pare un gioco noioso e strettamente legato alla scienza piuttosto che all'azione; niente di più sbagliato. Giocandolo, infatti, si viene subito catapultati nel mezzo del tema e si percepisce praticamente da subito l'idea che qualcosa di pericoloso si stia diffondendo in maniera non così lenta e che noi giocatori siamo l'unico modo per arrestarlo. Il vero "twist" dato dal gioco è il ritmo: nessuno sta mai fermo o troppo occupato a pensare al proprio ma è sempre trascinato dentro il turno altrui e coinvolto direttamente nelle varie strategie. Non è un gioco perfetto, però: come la maggior parte dei giochi cooperativi la sensazione è quella che si stia giocando a qualcosa di più simile a un puzzle al quale tutti aggiungono un pezzetto piuttosto che a un vero e proprio boardgame (e questo non è necessariamente un male, ma è bene precisare onde evitare spiacevoli sessioni di gioco in cui uno o più giocatori si annoiano dopo pochi turni perché si aspettavano qualcosa di più impegnativo), alcuni accostamenti di personaggi rendono il gioco fin troppo semplice (sebbene la difficoltà sia sempre molto alta e la possibilità di perdere è dietro l'angolo anche a partita quasi conclusa) e probabilmente non vorrete rigiocare una seconda partita immediatamente dopo la conclusione della prima. Non sono difetti insormontabili, per qualcuno non saranno nemmeno difetti (per me lo sono in minima parte), ma è giusto rendere giustizia a ciò che il gioco riesce a dare sia di positivo che di negativo.
In coclusione: se mai vi capitasse di vedere la scatola di Pandemia a casa di un amico o in un locale che permettere di giocare giochi in prova dategli una chance e dedicate i 45/60 minuti a questo bellissimo cooperativo che si spiega in pochi minuti e che vi divertirà da subito.
-Luca
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